Psicologa Psicoterapeuta dott.ssa Assunta Giuliano
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dott.ssa Assunta Giuliano


La psicoterapia on line

20/3/2022

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​Scegliere un terapeuta on line è una faccenda complicata che genera una serie di dubbi, di giusti dubbi perché la terapia riguarda quello che di più profondo di noi mostriamo all’altro, in un momento in cui per altro ci percepiamo fragili. Tutti, o quasi tutti i professionisti hanno una pagina facebook, un sito web. Anche io li ho e da lì è possibile accedere alle informazioni sulla psicoterapia. Qui vi parlo di me. Sono laureata in psicologia clinica e specializzata in psicoterapia cognitivo comportamentale,  nonché terapeuta EMDR di II livello. Iscritta all’ordine degli psicologi della Regione Campania con annotazione nel registro degli psicoterapeuti. Questi sono dati che andrebbero sempre verificati prima di contattare qualsiasi professionista. Per trarre informazioni sul processo della psicoterapia cognitivo comportamentale e EMDR vi rimando al sito web www.dottoressagiuliano.com. L’approccio cognitivo comportamentale e EMDR sono strumenti nella mia “cassetta degli attrezzi” che permettono di lavorare sui pensieri, sulle emozioni e sul corpo. Da alcuni anni pratico yoga e i vantaggi di avere un contatto con il corpo e di poterlo sentire nel “qui ed ora” sono molti. Talvolta incontro pazienti che avvertono di non sentire più il contatto con il proprio corpo e con le emozioni nel loro ventaglio variegato; in questa fase le persone riferiscono di sentire solo ansia, o tristezza. La mia esperienza personale con lo yoga insieme all’approccio EMDR, che è centrato sulle emozioni e sul corpo, sono per me strumenti che integrano la terapia cognitivo comportamentale. Ritrovare l’equilibrio passa attraverso il ritrovamento dell’unità mente/corpo e il potersi vivere, liberi, il momento presente, dove non c’è l’angoscia del futuro e non ci sono la sofferenza e le amarezze del passato. Ritorno a me per dirvi che svolgo il mio lavoro da diversi anni. Ho studio a Napoli, nella zona dei Colli Aminei. La modalità di lavoro on line che usavo già da prima che arrivasse la pandemia da Covid19 è a mio parere uno strumento molto valido. Ha permesso di proseguire terapie che diversamente sarebbero state interrotte, per trasferimento, per cambiamenti di vita, o a causa del look down totale del 2020. Nel lavoro on line, come in quello allo studio, può avvenire l’identico processo di conoscenza, di crescita della relazione terapeutica. La crescita della diade terapeutica e della fiducia nell’altro e nella propria possibilità di modificarsi e gestire le paure seguono il medesimo percorso. In conclusione si può arrivare ad affidarsi o meno all’altro nell’identico modo. Questo dipenderà dalle caratteristiche della diade. Fattori del terapeuta che favoriscono una buona relazione col paziente, sono le competenze, l’esperienza, e le capacità empatiche e relazionali. In alcuni casi l’inizio di una terapia on line può rappresentare il lavoro sulla patologia e sugli evitamenti relativi, che di solito consistono nell’isolamento, nella chiusura relazionale, o nel caso più eclatante, nella chiusura nella propria casa o nella propria stanza. Restare in queste zone di comfort ha la conseguenza di esasperare i sintomi, e di sentirli in modo soverchiante una volta che si tenta qualche esposizione. Un lavoro nella zona di comfort per capire il proprio funzionamento e gestire i sintomi ci può poi portare all’esterno della stanza, della casa, nel mondo esterno e relazionale. Qualunque sia il disagio psicologico di cui una persona soffre, la soluzione viene proposta dallo psicoterapeuta e concordata con il paziente, non imposta dall’esterno. L’immagine del lavoro della terapia è quella di un lavoro a quattro mani. Le conquiste sono del paziente, consistono nell’ imparare a prendersi cura di sé, nel sentire il potere di scegliere azioni, reazioni, persone. Il paziente trova il modo per essere, alla fine del processo, terapeuta di sé stesso. Tutti dobbiamo diventarlo per vivere una vita almeno serena, e perché no, soddisfacente. Soprattutto in questo tempo, che ci chiede molta resilienza, che noi possiamo costruire con le scelte, le relazioni, il lavoro su quali pensieri nutrire nella nostra testa e su che cosa scegliere fuori di noi.
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Come superare un evento traumatico

20/3/2022

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Quando il trauma diventa un disturbo d’ansia e persiste la sensazione di essere sempre potenzialmente in pericolo la risposta è una psicoterapia centrata sul trauma.
I traumi sono ferite dell’anima. Alcune ferite guariscono, altre non smettono mai di sanguinare.  Quando non riusciamo a guarire da un evento traumatico, smettiamo di vivere e cominciamo a sopravvivere. Quasi tutti possiamo ricordare di un evento che ha fatto da spartiacque tra un prima e un dopo. Un evento che ha modificato, dentro di noi, pensieri ed emozioni e di conseguenza le nostre aspettative e il nostro comportamento. Quando, dopo un evento traumatico, riusciamo a guarire, smettiamo di sanguinare e la nostra vita riacquista un completo significato. Torniamo, anche se modificati, ad un  nuovo stato di benessere. Quando ciò non accade, quando la ferita non si rimargina, la sofferenza diventa patologia. Accade che sensazioni, emozioni e pensieri disturbanti rimangono sullo sfondo della quotidianità, come un fastidioso rumore di fondo. Se non ci occupiamo di curare la ferita si può sviluppare un Disturbo Post Traumatico da Stress. In tal caso, anche se sono passati mesi, oppure anni dalla situazione traumatica è come se questa fosse sempre e ancora lì. Qualsiasi stimolo che la ricorda può riattivare il ricordo dell’evento traumatico: una strada, un luogo, un volto, un odore, una sensazione. Quando un trauma resta irrisolto attiva un circolo vizioso, e allora una notizia al telegiornale, un rumore improvviso, un espressione minacciosa possono attivare emozioni, sensazioni e pensieri che erano attivi durante l’esperienza traumatica. Ed ecco che arriva la paura. Quando sta per accadere qualcosa di pericoloso prima sentiamo la paura e solo dopo capiamo cosa è accaduto. Questo perché sentire la paura attiva una risposta di difesa immediata che ci permette di affrontare il pericolo ancora prima di aver valutato di che pericolo si tratti. Posso accedere ad un ricordo della mia infanzia per spiegare questo concetto.  Una notte feci un brutto sogno. Dormivo in stanza con mia sorella e sognai un uomo con un uomo coltello ai piedi del mio letto. Cominciai ad urlare e ad indicare quel punto della stanza. Mia sorella si alzò e insieme, urlando, scappammo lungo il corridoio, verso la camera da letto dei nostri genitori. Genitori che spaventati ci vennero incontro. Tutto finì con una gran risata. Mia sorella, senza aver valutato di cosa si trattasse, era subito corsa insieme a me verso la camera dei genitori. Io avevo fatto un incubo e avevo urlato tra veglia e sonno. Il mio urlare l’aveva spaventata e la sua paura aveva sicuramente rafforzato la mia. Il nostro sistema di difesa a qual punto si era attivato ed eccoci in un lampo nel corridoio… Si era attivata una risposta immediata che dobbiamo alle strutture più arcaiche del nostro sistema nervoso, che sono deputate a garantire la sopravvivenza, anche se in qual caso non c’era alcun pericolo. Se però, dopo un evento traumatico (un lutto improvviso, un incidente, una separazione) il sistema di difesa continua a restare attivo, ci comportiamo come se il pericolo fosse sempre presente e si instaurano problemi di ansia. Il trauma lascia nella nostra mente come delle cicatrici che ci condizionano alla paura. La vita scorre e l’ansia ne diventa la colonna sonora. Alcuni tra i sintomi che possono persistere dopo un evento traumatico sono: brividi, tremori, sensazione di freddo in tutto il corpo, iperventilazione. È presente eccitamento emotivo: rabbia, paura, irritabilità. E sul piano del comportamento troviamo iperattività: bisogno di muoversi, difficoltà a riposare e a rilassarsi completamente. Quando  questi sintomi continuano a persistere a un mese e oltre dall’evento traumatico è importante chiedere aiuto per una psicoterapia specifica centrata sul trauma.  Una via da seguire è quella basata sull’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) un trattamento evidence-based (basato sulle evidenze scientifiche) ed indicato dai servizi sanitari nazionali di vari paesi come psicoterapia di elezione per la cura del trauma. Il trauma verrà elaborato a livello cognitivo, emotivo e corporeo. Ciò permette, al termine del percorso di psicoterapia, una desensibilizzazione emotiva del ricordo dell’evento, arrivando alla radice del trauma in modo completo e profondo. Dopo le elaborazioni è di certo possibile tornare a vivere liberi dalla sintomatologia post-traumatica, quindi spegnere l’attivazione del nostro sistema di difesa, e smettere di sentirsi costantemente in pericolo.
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    Dott.ssa Assunta Giuliano
    ​Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

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