Il primo attacco di panico ci lascia l’ansia, un’ansia vissuta nel corpo e spesso scambiata per una malattia. Il disturbo da attacchi di panico è un disturbo che interessa circa l'8% della popolazione e colpisce una fascia di età sempre più bassa. Cinque milioni di italiani soffrono di attacchi di panico. L’attacco di panico arriva inaspettato. Non sapere di cosa si tratti spiazza e lascia attoniti, impauriti. La componente somatica di un attacco di panico è molto forte. Solitamente più e diversi sintomi possono invadere la persona: dispnea (la sensazione di mancanza d’aria), tremore, sudorazione, tachicardia, testa vuota, tremolio alle gambe, senso di svenimento. Questo per citare alcuni dei sintomi più frequenti. Si possono manifestare anche nausea, conati di vomito, scariche di diarrea. Quel primo attacco di panico talvolta attiva una serie di pensieri ricorsivi: paura di avere qualcosa di brutto, di avere una malattia organica. In realtà il panico è ansia, un’ansia che ha un livello di intensità molto alto ed è caratterizzata da un’intensa attivazione somatica. L’ansia è un’emozione, e le emozioni sono nella mente e soprattutto coinvolgono il nostro corpo. Il corpo non è diventato all’improvviso un corpo malato, e l’ansia non è una malattia fisica. Eppure il pensiero che i sintomi possano corrispondere ad una malattia fisica è molto frequente nella fase acuta, e soprattutto nel periodo immediatamente successivo all’insorgere dell’attacco di panico. Spesso questo pensiero è presente in modo ossessivo e nonostante non accada nulla, o gli esiti di esami clinici a cui il paziente si sottopone siano negativi, resta nella mente la preoccupazione di avere “qualcosa”. Durante l’attacco di panico il soggetto può avere paura di impazzire, perdere il controllo o di morire. Questi pensieri non sono la realtà, ma pensare che non corrispondano alla realtà e non temerli, in quei momenti di intensa attivazione somatica, diventa difficile o impossibile. Ma non moriremo e non impazziremo. E’ arrivata un’emozione a dirci che il nostro sistema psichico non è più in equilibrio. Al lavoro della psicoterapia il compito di costruire insieme al paziente il significato di ciò che sta accadendo. Capire cosa ci ha fatti arrivare a stare tanto male, e se lo si sa, trovare il modo per cominciare a mettere in discussione delle credenze, mettere in atto comportamenti diversi che possano far stare meglio. Bisognerà inoltre lavorare sulla vergogna che pure tante persone vivono quando arriva questa emozione che fa sentire spaventati e indifesi, a 10, 20, 30, o 50 anni. Non importa quanti anni si abbiano. Il nostro organismo e la nostra psiche tollerano e incamerano fino a un punto in cui le strategie che stiamo usando per fronteggiare gli eventi di vita stressanti crollano. E’ spesso in momenti come questo che arriva l’attacco di panico. Arriva per dirci che abbiamo la necessità di fermarci a guardare dentro di noi. Dobbiamo lavorare su noi stessi per elaborare e sistemare le emozioni che ci siamo lasciati dietro e dentro. Dobbiamo lavorare per integrare quelle esperienze e trovare un nuovo adattamento. La psicoterapia aiuta a fare questo. E molto importate iniziare il prima possibile un lavoro terapeutico, per non rischiare di rimanere in questo stato molto a lungo, per non consolidare comportamenti di evitamento. Quando arriva il panico si iniziano ad evitare tante cose, non si esce spesso, ci si fa magari accompagnare al lavoro per paura di stare soli, si evita di prendere la metro, di recarsi in un supermercato, di uscire con gli amici. Gli evitamenti rafforzano la convinzione di non essere in grado di farcela. E la mancanza di vita e di relazioni generano alla lunga uno stato di tristezza. Affrontare il panico serve ad evitare gli evitamenti e a prevenire quelle complicate emozioni di tristezza e vergogna che in psicoterapia vengono chiamate emozioni “secondarie” alla paura, perchè sono ad essa consequenziali. Dunque, bisogna fermarsi e chiedere aiuto e non bisogna vergognarsi di vivere un momento in cui si è spaventati e tristi. Si tratta di emozioni. Noi viviamo di emozioni, nel bene e ne male.
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AutoreDott.ssa Assunta Giuliano Archivi
Marzo 2022
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