Quando il trauma diventa un disturbo d’ansia e persiste la sensazione di essere sempre potenzialmente in pericolo la risposta è una psicoterapia centrata sul trauma.
I traumi sono ferite dell’anima. Alcune ferite guariscono, altre non smettono mai di sanguinare. Quando non riusciamo a guarire da un evento traumatico, smettiamo di vivere e cominciamo a sopravvivere. Quasi tutti possiamo ricordare di un evento che ha fatto da spartiacque tra un prima e un dopo. Un evento che ha modificato, dentro di noi, pensieri ed emozioni e di conseguenza le nostre aspettative e il nostro comportamento. Quando, dopo un evento traumatico, riusciamo a guarire, smettiamo di sanguinare e la nostra vita riacquista un completo significato. Torniamo, anche se modificati, ad un nuovo stato di benessere. Quando ciò non accade, quando la ferita non si rimargina, la sofferenza diventa patologia. Accade che sensazioni, emozioni e pensieri disturbanti rimangono sullo sfondo della quotidianità, come un fastidioso rumore di fondo. Se non ci occupiamo di curare la ferita si può sviluppare un Disturbo Post Traumatico da Stress. In tal caso, anche se sono passati mesi, oppure anni dalla situazione traumatica è come se questa fosse sempre e ancora lì. Qualsiasi stimolo che la ricorda può riattivare il ricordo dell’evento traumatico: una strada, un luogo, un volto, un odore, una sensazione. Quando un trauma resta irrisolto attiva un circolo vizioso, e allora una notizia al telegiornale, un rumore improvviso, un espressione minacciosa possono attivare emozioni, sensazioni e pensieri che erano attivi durante l’esperienza traumatica. Ed ecco che arriva la paura. Quando sta per accadere qualcosa di pericoloso prima sentiamo la paura e solo dopo capiamo cosa è accaduto. Questo perché sentire la paura attiva una risposta di difesa immediata che ci permette di affrontare il pericolo ancora prima di aver valutato di che pericolo si tratti. Posso accedere ad un ricordo della mia infanzia per spiegare questo concetto. Una notte feci un brutto sogno. Dormivo in stanza con mia sorella e sognai un uomo con un uomo coltello ai piedi del mio letto. Cominciai ad urlare e ad indicare quel punto della stanza. Mia sorella si alzò e insieme, urlando, scappammo lungo il corridoio, verso la camera da letto dei nostri genitori. Genitori che spaventati ci vennero incontro. Tutto finì con una gran risata. Mia sorella, senza aver valutato di cosa si trattasse, era subito corsa insieme a me verso la camera dei genitori. Io avevo fatto un incubo e avevo urlato tra veglia e sonno. Il mio urlare l’aveva spaventata e la sua paura aveva sicuramente rafforzato la mia. Il nostro sistema di difesa a qual punto si era attivato ed eccoci in un lampo nel corridoio… Si era attivata una risposta immediata che dobbiamo alle strutture più arcaiche del nostro sistema nervoso, che sono deputate a garantire la sopravvivenza, anche se in qual caso non c’era alcun pericolo. Se però, dopo un evento traumatico (un lutto improvviso, un incidente, una separazione) il sistema di difesa continua a restare attivo, ci comportiamo come se il pericolo fosse sempre presente e si instaurano problemi di ansia. Il trauma lascia nella nostra mente come delle cicatrici che ci condizionano alla paura. La vita scorre e l’ansia ne diventa la colonna sonora. Alcuni tra i sintomi che possono persistere dopo un evento traumatico sono: brividi, tremori, sensazione di freddo in tutto il corpo, iperventilazione. È presente eccitamento emotivo: rabbia, paura, irritabilità. E sul piano del comportamento troviamo iperattività: bisogno di muoversi, difficoltà a riposare e a rilassarsi completamente. Quando questi sintomi continuano a persistere a un mese e oltre dall’evento traumatico è importante chiedere aiuto per una psicoterapia specifica centrata sul trauma. Una via da seguire è quella basata sull’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) un trattamento evidence-based (basato sulle evidenze scientifiche) ed indicato dai servizi sanitari nazionali di vari paesi come psicoterapia di elezione per la cura del trauma. Il trauma verrà elaborato a livello cognitivo, emotivo e corporeo. Ciò permette, al termine del percorso di psicoterapia, una desensibilizzazione emotiva del ricordo dell’evento, arrivando alla radice del trauma in modo completo e profondo. Dopo le elaborazioni è di certo possibile tornare a vivere liberi dalla sintomatologia post-traumatica, quindi spegnere l’attivazione del nostro sistema di difesa, e smettere di sentirsi costantemente in pericolo.
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AutoreDott.ssa Assunta Giuliano Archivi
Marzo 2022
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