Disturbi del comportamento alimentare
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) indicano complesse problematiche relative al rapporto dell’individuo con il cibo e con il proprio corpo: l’alimentazione è disordinata, restrittiva, oppure sregolata ed eccessiva; il cibo diventa anestetico e auto-cura di un disagio emotivo. Il corpo è spesso evitato e percepito in modo alterato: il vissuto corporeo di essere inadeguati, grassi, brutti e socialmente non accettabili, influenza negativamente la propria autostima e amabilità. I più diffusi e conosciuti disturbi del comportamento alimentare sono: anoressia, bulimia e binge eating disorder (o disturbo dell’alimentazione incontrollata). Forme meno conosciute, ma in aumento, sono la night eating syndrome, il nibbling (spiluccamento), la bigoressia e l’ortoressia. I disturbi del comportamento alimentare coinvolgono attualmente, in Italia, circa il 3,3% della popolazione, con un rapporto tra femmine e maschi di 9 a 1. L’alimentazione sregolata può compromettere la salute di tutti gli apparati del corpo (cardiovascolare, intestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, dermatologico) e il tasso di mortalità per disordine del comportamento alimentare è del 3%. La multifattorialità delle cause (psicologiche, psichiatriche, sociali, genetiche) e la complessità del quadro psicofisico dei pazienti con disturbo del comportamento alimentare richiedono l’intervento di una equipe specializzata e multidisciplinare, capace di definire un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato.
Permette di lavorare sui traumi dell'attaccamento e sulle ferite che sono alla base della sofferenza, della disregolazione emotiva, nonchè sugli aspetti dissociativi di cui può essere affetta una persona che soffre di disturbi del comportamento alimentare.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) indicano complesse problematiche relative al rapporto dell’individuo con il cibo e con il proprio corpo: l’alimentazione è disordinata, restrittiva, oppure sregolata ed eccessiva; il cibo diventa anestetico e auto-cura di un disagio emotivo. Il corpo è spesso evitato e percepito in modo alterato: il vissuto corporeo di essere inadeguati, grassi, brutti e socialmente non accettabili, influenza negativamente la propria autostima e amabilità. I più diffusi e conosciuti disturbi del comportamento alimentare sono: anoressia, bulimia e binge eating disorder (o disturbo dell’alimentazione incontrollata). Forme meno conosciute, ma in aumento, sono la night eating syndrome, il nibbling (spiluccamento), la bigoressia e l’ortoressia. I disturbi del comportamento alimentare coinvolgono attualmente, in Italia, circa il 3,3% della popolazione, con un rapporto tra femmine e maschi di 9 a 1. L’alimentazione sregolata può compromettere la salute di tutti gli apparati del corpo (cardiovascolare, intestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, dermatologico) e il tasso di mortalità per disordine del comportamento alimentare è del 3%. La multifattorialità delle cause (psicologiche, psichiatriche, sociali, genetiche) e la complessità del quadro psicofisico dei pazienti con disturbo del comportamento alimentare richiedono l’intervento di una equipe specializzata e multidisciplinare, capace di definire un percorso diagnostico e terapeutico personalizzato.
- Consulenza psico-nutrizionale – Il percorso psicoeducativo, ha come obiettivo offrire conoscenze utili e pratiche per aumentare la consapevolezza delle proprie abitudini alimentari, facilitare nuovi e sani stili alimentari e limitare comportamenti disfunzionali (con invio presso nutrizionista)
- Psicoterapia individuale – Il percorso di psicoterapia individuale ha come obiettivo la costruzione di strumenti di conoscenza e di equilibrio emotivo che facilitano nel paziente l’attenuazione e/o la scomparsa dei sintomi e aumentano le sue abilità di regolazione emotiva, necessarie per affrontare le difficoltà di vita. La psicoterapia svolta è di tipo cognitivo-comportamentale, riconosciuta dalle linee guida internazionali come il più efficace nel trattamento dei DCA.
- Sostegno al nucleo familiare – La famiglia di un paziente che presenta un Disturbo del Comportamento Alimentare è spesso disorientata dinnanzi a tali patologie: sensi di colpa, allarme oppure chiusura, negazione sono comuni reazioni alla sofferenza. E’ dunque talvolta utile, al fine di rendere efficace il percorso di cura, strutturare un intervento familiare di sostegno volto a offrire corrette informazioni sui DCA e sui problemi emotivi legati alla patologia, migliorare nella famiglia la gestione dello stress e rinforzarne la resilienza.
Permette di lavorare sui traumi dell'attaccamento e sulle ferite che sono alla base della sofferenza, della disregolazione emotiva, nonchè sugli aspetti dissociativi di cui può essere affetta una persona che soffre di disturbi del comportamento alimentare.