Problemi della coppia
Stare in coppia vuol dire trovare un modo proprio di stare insieme ad un’altra persona. Esistono diversi modi peculiari di stare insieme. Ciascuno di noi può scegliere un partner dello stesso sesso, oppure di sesso diverso dal proprio.
Lo scopo del rapporto di coppia non è quello di attuare regole o impersonare ruoli fissi e prestabiliti (il modello dei genitori, di coppie vicine a noi, l’influenza dei codici culturali e morali, dei media), né tanto meno quello di seguire imposizioni del passato. Lo scopo è quello di essere felici insieme, di esprimere amore e di creare ogni giorno la propria relazione.
In media la separazione viene chiesta dopo 16 anni di matrimonio e il divorzio dopo 19 (i tempi sono calcolati considerando il momento della richiesta). I matrimoni recenti durano però sempre di meno. In merito alla classica “crisi del settimo anno”, negli ultimi anni è raddoppiato il numero di matrimoni interrotti dopo 7 anni. Si è passati dal 4,5% del 1985 al 9,3% del 2005. Va però considerato che questi valori sono differenti in caso di matrimonio civile o religioso. I matrimoni celebrati in Chiesa con rito religioso tendono, infatti, a durare di più rispetto alle nozze con rito civile.
Nel corso del 2012 l’età media dei coniugi che hanno chiesto la separazione era di 47 anni per gli uomini e 44 per le donne. In media il 21,6% delle donne aveva tra i 40 e i 44 anni all’atto della richiesta della separazione, e per gli uomini il 20,9% aveva tra i 45 e i 49 anni. Si può quindi, dire che la crisi coniugale colpisce soprattutto i quarantenni.
Età media al momento della separazione:
– le mogli: 38 anni
– i mariti: 41 anni
Età media al momento del divorzio:
– le mogli: 40 anni
– i mariti: 43 anni
Un dato interessante riguarda le cosiddette “coppie di fatto”, vale a dire le libere unioni non sancite da un vincolo matrimoniale. Esse rappresentano ormai una realtà rilevante, da tenere in considerazione. Secondo un’indagine Istat del 2003, nel 2000-2001 le coppie non coniugate erano pari al 3,1% delle coppie, cioè 451.000 (nel 1994-1995 erano solo l’1,8% del totale delle coppie).
Come possiamo stare bene in coppia?
Nelle favole i personaggi della coppia si incontra, il Principe bacia la Principessa, si sposano e vivono felici e contenti. Nella vita non accade proprio così. Ecco le doti che sono considerate l’espressione delle speranze e dei sogni più profondi di amore e devozione (Beck, 1988):
Il rapporto di coppia, lo ripetiamo, si fonda sulla ricerca della felicità insieme, non sul potere e sulla ragione. È importante stabilire una comunicazione con il proprio partner non finalizzata a controllarlo o a fargli cambiare idea secondo un proprio principio di ciò che è giusto o sbagliato. L’accettazione dell’unicità del partner è fondamentale.
Per avere una buona relazione di coppia c’è bisogno di:
La Terapia Cognitivo Comportamentale nasce come intervento a breve termine, come processo attivo e direttivo di educazione della coppia su specifici aspetti che possono contribuire alla disfunzione relazionale.
Il terapeuta affiancherà la coppia nel proprio processo di cambiamento. Come primo passo, il terapeuta costruirà un rapporto positivo con i membri della coppia e “imparerà la loro danza” attraverso un colloquio congiunto, a cui seguiranno uno o due colloqui individuali per comprendere la storia della coppia e della famiglia.
Il terapeuta valuterà gli aspetti:
La terapia EMDR per la coppia prende in considerazione i traumi dell'attaccamento di entrambi i componenti della coppia e permette di lavorare per capire come questi agiscono nell'attuale relazione di attaccamento al partner e di superarli.
Stare in coppia vuol dire trovare un modo proprio di stare insieme ad un’altra persona. Esistono diversi modi peculiari di stare insieme. Ciascuno di noi può scegliere un partner dello stesso sesso, oppure di sesso diverso dal proprio.
Lo scopo del rapporto di coppia non è quello di attuare regole o impersonare ruoli fissi e prestabiliti (il modello dei genitori, di coppie vicine a noi, l’influenza dei codici culturali e morali, dei media), né tanto meno quello di seguire imposizioni del passato. Lo scopo è quello di essere felici insieme, di esprimere amore e di creare ogni giorno la propria relazione.
In media la separazione viene chiesta dopo 16 anni di matrimonio e il divorzio dopo 19 (i tempi sono calcolati considerando il momento della richiesta). I matrimoni recenti durano però sempre di meno. In merito alla classica “crisi del settimo anno”, negli ultimi anni è raddoppiato il numero di matrimoni interrotti dopo 7 anni. Si è passati dal 4,5% del 1985 al 9,3% del 2005. Va però considerato che questi valori sono differenti in caso di matrimonio civile o religioso. I matrimoni celebrati in Chiesa con rito religioso tendono, infatti, a durare di più rispetto alle nozze con rito civile.
Nel corso del 2012 l’età media dei coniugi che hanno chiesto la separazione era di 47 anni per gli uomini e 44 per le donne. In media il 21,6% delle donne aveva tra i 40 e i 44 anni all’atto della richiesta della separazione, e per gli uomini il 20,9% aveva tra i 45 e i 49 anni. Si può quindi, dire che la crisi coniugale colpisce soprattutto i quarantenni.
Età media al momento della separazione:
– le mogli: 38 anni
– i mariti: 41 anni
Età media al momento del divorzio:
– le mogli: 40 anni
– i mariti: 43 anni
Un dato interessante riguarda le cosiddette “coppie di fatto”, vale a dire le libere unioni non sancite da un vincolo matrimoniale. Esse rappresentano ormai una realtà rilevante, da tenere in considerazione. Secondo un’indagine Istat del 2003, nel 2000-2001 le coppie non coniugate erano pari al 3,1% delle coppie, cioè 451.000 (nel 1994-1995 erano solo l’1,8% del totale delle coppie).
Come possiamo stare bene in coppia?
Nelle favole i personaggi della coppia si incontra, il Principe bacia la Principessa, si sposano e vivono felici e contenti. Nella vita non accade proprio così. Ecco le doti che sono considerate l’espressione delle speranze e dei sogni più profondi di amore e devozione (Beck, 1988):
- Sensibilità – Lealtà
- Cortesia – Riguardo
- Generosità – Rispetto
- Comprensione – Ragionevolezza
- Responsabilità
Il rapporto di coppia, lo ripetiamo, si fonda sulla ricerca della felicità insieme, non sul potere e sulla ragione. È importante stabilire una comunicazione con il proprio partner non finalizzata a controllarlo o a fargli cambiare idea secondo un proprio principio di ciò che è giusto o sbagliato. L’accettazione dell’unicità del partner è fondamentale.
Per avere una buona relazione di coppia c’è bisogno di:
- momento della separatezza
- momento del contatto
- momento della fusione
La Terapia Cognitivo Comportamentale nasce come intervento a breve termine, come processo attivo e direttivo di educazione della coppia su specifici aspetti che possono contribuire alla disfunzione relazionale.
Il terapeuta affiancherà la coppia nel proprio processo di cambiamento. Come primo passo, il terapeuta costruirà un rapporto positivo con i membri della coppia e “imparerà la loro danza” attraverso un colloquio congiunto, a cui seguiranno uno o due colloqui individuali per comprendere la storia della coppia e della famiglia.
Il terapeuta valuterà gli aspetti:
- COGNITIVI (ad esempio le percezioni, le aspettative della coppia)
- COMPORTAMENTALI (ad esempio le capacità comunicative, il modo di interagire passato, i punti di forza e le debolezze della coppia)
- EMOTIVI (ad esempio le emozioni positive e quelle negative, come rabbia, depressione, ansia, gelosia) emersi da questa prima fase di analisi
- identificherà gli schemi o le credenze dei partner rispetto alle relazioni in generale
- individuerà i pensieri dominanti sulla loro relazione
- chiarirà il modo in cui tutto ciò influenza i loro comportamenti e le loro emozioni
La terapia EMDR per la coppia prende in considerazione i traumi dell'attaccamento di entrambi i componenti della coppia e permette di lavorare per capire come questi agiscono nell'attuale relazione di attaccamento al partner e di superarli.